Copertura in legno lamellare piscina olimpionica,
centro sportivo al Po di Cremona.
Nell’ambito di un progetto di ristrutturazione globale del complesso sportivo ‘Al Po’ di Cremona, ci siamo occupati della realizzazione di una copertura per le piscine, per consentire la fruibilità dei servizi anche nei mesi invernali.
Il contesto nel quale si inserisce questo intervento ha avuto un ruolo fondamentale nella scelta dei materiali: si è optato per il legno e per un design strutturale in grado di alleggerire il peso della copertura. Parliamo infatti di ben 11 travi reticolari, con sezione alla base di 32 cm e passo strutturale di 8 m, in grado di coprire una luce di ben 52 metri.

In totale l’opera copre una superficie di ben 4300 m2. La trave reticolare è supportata da un lato da pilastri in acciaio tubolare del diametro di 244mm che vanno ad insinuarsi nelle tribune. Dall’altro lato sono inoltre presenti elementi a V, sempre in acciaio, posti come supporto alle estremità delle travi reticolari e con funzione di controvento. Hanno una sezione ridotta – parliamo di 219 mm di diametro – e sono stati realizzati rastremando le estremità: questa scelta tecnico-architettonica, unita alla trave lamellare che si piega su se stessa, contribuisce a dare leggerezza alla struttura.

* Tubolari di sostegno del diametro di 244mm .

* Elementi a V diametro 219 mm .
Per realizzare una trave reticolare di quella luce è stato necessario inserire diversi elementi in acciaio in grado di assicurare le giunzioni. Fino a quel momento per la realizzazione di elementi strutturali simili in legno e acciaio, questi materiali venivano assemblati e poi forati insieme; in questo progetto l’azienda ha avuto l’ardire di lavorare e preforare in maniera disgiunta gli elementi con macchine a controllo numerico, per poi effettuare l’assemblaggio direttamente in cantiere. Questa operazione portava con sé dei potenziali rischi di realizzazione che sarebbero stati in grado di compromettere l’intero elemento, ma grazie alla perizia impiegata nelle operazioni, il lavoro è stato svolto a regola d’arte.

Altro importante elemento del progetto è il sistema utilizzato in cantiere per montare le travi: prima di tutto è stato posizionato il “piede” della trave che al suo interno conteneva un elemento in acciaio ad H. Successivamente, è stato issato con l’aiuto di due macchine per il sollevamento il secondo troncone già preassemblato in stabilimento, composto da due elementi alti 3m e lunghi 25m; come ultimo step si è fatta combaciare l’asola del pezzo in movimentazione con l’elemento inserito nel “piede”.

Oltre a risultare una scelta innovativa, questo metodo ha abbattuto anche la barriera mentale del fissaggio a terra dei giunti, che sono stati uniti in aria grazie ad un martello pneumatico manovrato da un operatore. Il peso di questo strumento era del tutto ininfluente, in quanto il sistema escogitato per issare la trave aveva permesso di inserire un contrappeso per bilanciarlo e rendere le operazioni estremamente facili. Dopo la posa delle prime due travi (per raggiungere una certa sicurezza statica della struttura) le lavorazioni sono proseguite in maniera spedita. Tutti questi accorgimenti hanno permesso di risparmiare una notevole quantità di tempo, riducendo il lavoro di oltre un anno a pochi mesi.
